Catrame
2020-12-07 12:25:15 UTC
Sono comparsi a Roma, Milano, Verona e altre città. Ma il contenuto è
una fake news
07/12/2020 di Enzo Boldi
Provita RU486
Si chiamo ProVita, ma sono ProMorte del buon senso. Ancora una volta
l’associazione si distingue per la scelta di diffondere alcuni
manifesti – non solo a Milano, ma anche a Verona, Roma e altre città
italiane – contro la pillola abortiva RU486. Provocazione contenente
bufale e non detti, definendo il prodotto come veleno. Insomma, i toni
e i modo sono sempre gli stessi che da anni contraddistinguono lo
‘stile’ comunicativo dell’associazione. Ma i dati e gli studi
smentiscono le loro parole. E per questo viene da chiedersi perché
ProVita RU486 abbia ricevuto l’autorizzazione a diffondere i propri
messaggi sui muri delle città nostrane.
LEGGI ANCHE > Il Tar del Lazio ha dato ragione al Comune di Roma per
aver rimosso i manifesti ProVita
Questa è la versione online dei manifesti apparsi in tutta Italia. Ed è
la stessa ProVita & Famiglia, sul proprio sito online, a sottolineare
come non siano stati affissi e diffusi solamente a Milano (sui social
ne è stato diffuso uno nel capoluogo lombardo).
Provita RU486
ProVita RU486, cosa c’è di sbagliato nei manifesti
Proviamo a capire cosa ci sia di sbagliato nei manifesti ProVita RU486
partendo dalla fine: «Uccide il figlio in grembo». Qui non faremo un
dibattito sulla dialettica utilizzata dall’associazione, ma ci
limitiamo a sottolineare un aspetto: prendere la pillola abortiva è una
scelta consapevole e chi lo fa sa esattamente quali sono le conseguenze
per il feto. Insomma, utilizzare la parola «uccidere» è classica del
bigottismo mai celato. Altro aspetto è l’hashtag utilizzato:
#dallapartedelledonne. Dalla parte delle donne è chi concede la libertà
di scelta, non chi si attiva con campagne di questo tipo.
La bufala del veleno e dei rischi per la salute
Infine arriviamo al fulcro della questione. ProVita parla di veleno e
di messa a rischio per la salute e la vita delle donne. Ma gli studi
sulla pillola RU486 vanno in tutt’altra direzione. Basta leggere questa
ricerca pubblicata dal JOGC (Journal of Obstretics and Gynaecology
Canada). Si sottolinea come la revisione di tre studi abbia portato a
una conferma: «Il mifepristone e il misoprostolo sono altamente
efficaci, sicuri e accettabili per le donne nei paesi a basso e medio
reddito, rendendoli un’opzione praticabile per ridurre la morbilità e
la mortalità materna in tutto il mondo». Insomma, la RU486, non è
veleno: funziona, non provoca danni alla donna.
https://www.giornalettismo.com/provita-ru486-manifesti/
una fake news
07/12/2020 di Enzo Boldi
Provita RU486
Si chiamo ProVita, ma sono ProMorte del buon senso. Ancora una volta
l’associazione si distingue per la scelta di diffondere alcuni
manifesti – non solo a Milano, ma anche a Verona, Roma e altre città
italiane – contro la pillola abortiva RU486. Provocazione contenente
bufale e non detti, definendo il prodotto come veleno. Insomma, i toni
e i modo sono sempre gli stessi che da anni contraddistinguono lo
‘stile’ comunicativo dell’associazione. Ma i dati e gli studi
smentiscono le loro parole. E per questo viene da chiedersi perché
ProVita RU486 abbia ricevuto l’autorizzazione a diffondere i propri
messaggi sui muri delle città nostrane.
LEGGI ANCHE > Il Tar del Lazio ha dato ragione al Comune di Roma per
aver rimosso i manifesti ProVita
Questa è la versione online dei manifesti apparsi in tutta Italia. Ed è
la stessa ProVita & Famiglia, sul proprio sito online, a sottolineare
come non siano stati affissi e diffusi solamente a Milano (sui social
ne è stato diffuso uno nel capoluogo lombardo).
Provita RU486
ProVita RU486, cosa c’è di sbagliato nei manifesti
Proviamo a capire cosa ci sia di sbagliato nei manifesti ProVita RU486
partendo dalla fine: «Uccide il figlio in grembo». Qui non faremo un
dibattito sulla dialettica utilizzata dall’associazione, ma ci
limitiamo a sottolineare un aspetto: prendere la pillola abortiva è una
scelta consapevole e chi lo fa sa esattamente quali sono le conseguenze
per il feto. Insomma, utilizzare la parola «uccidere» è classica del
bigottismo mai celato. Altro aspetto è l’hashtag utilizzato:
#dallapartedelledonne. Dalla parte delle donne è chi concede la libertà
di scelta, non chi si attiva con campagne di questo tipo.
La bufala del veleno e dei rischi per la salute
Infine arriviamo al fulcro della questione. ProVita parla di veleno e
di messa a rischio per la salute e la vita delle donne. Ma gli studi
sulla pillola RU486 vanno in tutt’altra direzione. Basta leggere questa
ricerca pubblicata dal JOGC (Journal of Obstretics and Gynaecology
Canada). Si sottolinea come la revisione di tre studi abbia portato a
una conferma: «Il mifepristone e il misoprostolo sono altamente
efficaci, sicuri e accettabili per le donne nei paesi a basso e medio
reddito, rendendoli un’opzione praticabile per ridurre la morbilità e
la mortalità materna in tutto il mondo». Insomma, la RU486, non è
veleno: funziona, non provoca danni alla donna.
https://www.giornalettismo.com/provita-ru486-manifesti/
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Mi fa fatica mettere la firma.
Mi fa fatica mettere la firma.