LoStaff .
2020-10-05 18:09:05 UTC
Ogni problema clinico è o dovrebbe essere prima di tutto un problema teorico, su
cui costruire un percorso che porti alla risoluzione di una determinata entità
morbosa, cioè ad unidonea terapia.
Una volta Individuata la causa della malattia, latteggiamento terapeutico, cioè
pratico, dovrebbe discendere da questa.
Ahimè, nelloncologia odierna questo non accade, in quanto nessuno, né in campo
ufficiale né nelle cosiddette medicine alternative, si dà pena di concepire un
soggetto logico specifico che sia allorigine delle malattie neoplastiche.
Nonostante questa carenza fondamentale nella valutazione di una teoria o di un
sistema terapeutico riguardante i tumori, oncologi e ricercatori mettono al
primo posto il concetto di scientificamente provato, lunico e imprescindibile
lasciapassare che consenta di accettare o scartare qualsiasi proposta di studio
o di terapia.
Schematicamente il concetto si fonda su alcuni semplici principi, di derivazione
galileiana o più recentemente popperiana, che devono essere osservati da chi
voglia progredire nel cammino della scienza; essi sono:
La formulazione di unipotesi susseguente allosservazione di un fenomeno o di
più fenomeni combinati
La riproduzione e lo studio del fenomeno in modo che possa essere analizzato
La formulazione di una legge o di un giudizio che descriva il fenomeno e che
consenta di dare predizioni e di indirizzare lazione dello scienziato
La condivisibilità dei risultati ottenuti con tutti gli altri ricercatori; il
fatto cioè che anche altri possano usufruire di ciò che è stato scoperto o
acquisito per ulteriori studi, verifiche e applicazioni
Chi potrebbe dissentire da tutto questo? Chi potrebbe rifiutare una tale
garanzia per il mondo scientifico e per la società?
Nessuno si sognerebbe mai di deviare da una simile impostazione!
Uno scienziato che tralasciasse di seguire un simile metodo di studio, non solo
non andrebbe lontano nella ricerca, ma sicuramente sarebbe destinato unicamente
al soliloquio.
In realtà loncologia attuale fa acqua da tutte le parti, e a nulla vale
aggrapparsi alla scrupolosità del metodo scientifico, quando i risultati
fruibili continuano ad essere latitanti da decenni.
Qual è la causa di un simile fallimento? Quali sono i problemi e i
fraintendimenti di un simile stato di cose?
Senza dubbio la mancanza di linee direttive e di sistemi di pensiero innovativi!
Al principio una teoria possiede unattività rivoluzionaria dirompente, e quindi
di arricchimento dellapparato concettuale precostituito. Questo almeno nelle
prime fasi, quando cioè è in grado di fornire (almeno in potenza) delle
interpretazioni sufficientemente esplicative della realtà da studiare, e
comunque in una misura maggiore delle teorie precedenti.
Se però una teoria non a fornire in un tempo ragionevole, tutte e o quasi le
spiegazioni dei fenomeni studiati, scivola inevitabilmente in un piano di
chiusura e di aridità tale, da consentire solo studi ed esperimenti infruttuosi
e ripetitivi. Diventa una teoria morta, benché gli studi e sperimentazioni
continuino ad essere effettuati.
Quello che avviene è una sconnessione, tra lidea iniziale e i concetti di
ordine inferiore e i relativi esperimenti; in una dinamica in cui lidea
portante si allontana sempre più verso una dimensione metafisica, dove viene
riposta come fatto ormai acquisito, al riparo di ogni critica e verifica.
A questo punto le ipotesi sussidiarie, unitamente alla congerie di esperimenti
infruttuosi, tendono ad amplificarsi inutilmente fino allinfinito.
Si prenda come esempio lipotesi metafisica Il dio Visnù esiste, perché
guarisce le sue creature con gli elementi delluniverso, con il sole, con
lacqua e con la terra, e si cerchi in qualche modo di dimostrare
scientificamente che ciò corrisponda a verità.
Cosa farebbero gli scienziati per avallare questa ipotesi? Indubbiamente
predisporrebbero due filoni di ricerca, uno epidemiologico e uno più
specificatamente dordine chimico e fisico, di dimensioni più o meno grandi, in
dipendenza delle sovvenzioni più o meno planetarie acquisite.
Sicuramente negli stati più ricchi, come ad esempio gli Stati Uniti, si
incomincerebbe a calcolare lintensità della luce o il suo indice di rifrazione
in rapporto alle varie zone del territorio, in rapporto inoltre alla media
misurata dellaltezza e del peso di un certo numero di individui presi a
campione nelle diverse città; si estenderebbero poi gli studi epidemiologici, in
diverse zone dello stato, alla composizione dellacqua e della terra in rapporto
alla circonferenza delladdome o degli arti degli individui e via dicendo.
In laboratorio si studierebbero invece le variazioni molecolari di ciascun
processo metabolico in rapporto alla magrezza o allobesità degli individui
studiati, come pure le differenze genetiche dei vari recettori favorenti un
metabolismo alterato e via dicendo.
Lunica garanzia richiesta in questa pianificazione sperimentale è quella di
osservare il massimo rigore metodologico, con particolare riguardo
allaccuratezza delle misurazioni, alladozione di criteri valutativi accettati
(margine di errore, intervallo di confidenza, livello di evidenza, scrupolosità
nelle interviste, analogie con pubblicazioni su riviste scientifiche accreditate
eccetera), alla prerogativa di ripetitività degli esperimenti e quindi alla
condivisibilità dei risultati raggiunti con il mondo accademico del pianeta.
Benché lesempio del dio Visnù sia palesemente assurdo, la procedura descritta
si potrebbe applicare al tentativo di dimostrazione della teoria genetica.
La dimostrazione è impossibile quanto sia dimostrare lesistenza di Visnù
misurando e studiando il mondo in lungo e in largo.
Entrambi restano oggetto di fede.
Questo affermazione risulta chiara da alcune semplici considerazioni: le
asserzioni di base su cui ruota il sistema di pensiero della la ricerca e della
teoretica oncologica sono due.
La prima ipotizza che laccrescimento incontrollato dipende da unalterazione
dei meccanismi di crescita causata da una degenerazione e quindi da un
malfunzionamento dei geni. Laltra di ordine descrittivo, afferma che il tumore
è una massa di cellule che tende ad accrescersi sempre di più
Dato che la seconda è la descrizione di un fatto, e la prima unipotesi che
intende dimostrarlo, è necessario un ulteriore passo interpretativo. Viene
confezionata unaltra ipotesi che entri più in dettaglio: lalterazione della
crescita cellulare: è dovuta ad un fenomeno desagerata moltiplicazione
cellulare.
Questipotesi a sua volta necessita dulteriori elementi di spiegazione: quali
sono le cause che determinano questa moltiplicazione incontrollata?
Lulteriore ipotesi esplicativa è che venga determinata da un malfunzionamento
di alcune sezioni del DNA, dei geni. In particolare quelli preposti alla
produzione di quelle molecole necessarie alla moltiplicazione cellulare.
Il malfunzionamento quindi viene attribuito (altra ipotesi) ad un danno
molecolare o piuttosto ad uninfinita e al momento sconosciuta serie di danni
molecolari:
Perché avvengono questi danni però, quali sono i fattori che li determinano?
Ulteriori ipotesi esplicative individuano una serie di possibili emittenti di
alterazioni molecolari in funzione iperplastica, quali: fattori di crescita,
ormoni, sostanze tossiche, radiazioni, virus, carenze alimentari, fattori
ereditari, disfunzioni immunitarie, eccessivi carichi di stress neuropsichico ed
altro.
Delle 14 asserzioni ipotetiche citate, è chiaro che le prime 4 sono più
squisitamente teoriche, mentre le altre possono, rientrando in un ambito più
specifico, essere oggetto di sperimentazione.
La qual cosa appare subito unimpresa sovrumana, dal momento che gli elementi da
studiare sono infiniti; basta pensare a tutti gli enzimi e le proteine che
viaggiano dentro una cellula, o alla miriade di sostanze con azione tossica su
di essa.
Inoltre,ad unanalisi più approfondita della prima asserzione base, che il
tumore sia dovuto ad unalterazione dei meccanismi di crescita, si evidenzia che
essa è composta di diversi concetti.
Quello implicito, tacitamente dato per scontato, che la massa di cellule
tenda intrinsecamente ad accrescersi sempre di più.
Lipotesi che ciò avvenga per un malfunzionamento dei geni
Lipotesi che ciò sia causato da una loro degenerazione su base molecolare..
Lipotesi che il malfunzionamento determini una moltiplicazione cellulare
incontrollata.
Non è quindi da dimostrare solo lasserzione base, ma anche le sue proposizioni
costituenti. Conseguentemente, gli esperimenti possono essere condotti per
ciascuna proposizione costituente, con il risultato di rimanere ciascuno
confinato e non comunicante con gli altri, anche per linfinità degli elementi
che possono entrare in gioco.
Ad esempio, una linea di esperimenti può interessare le caratteristiche
dellaccrescimento cellulare, come lentità misurabile, il grado o la qualità
dei sottotipi in riproduzione, la relazione differenziale rispetto ai differenti
tipi di cancro e così via.
Una seconda impostazione di ricerca potrebbe riguardare quali geni sono mal
funzionanti in rapporto alle varie neoplasie, in modo da essere classificati
come oncogeni. Oppure la sinergia di vari raggruppamenti genici da studiare in
un periodo di tempo molto lungo, anni o decenni, compreso il processo di
immortalizzazione in vitro in rapporto alla cancerogenesi.
Un imprescindibile piano dindagine imprescindibile sarebbe anche quello
dedicato allo studio degli innumerevoli fattori tossici in grado di determinare
alterazioni molecolari.
Da quanto esposto si capisce chiaramente perché la teoria genetica del cancro
non arrivi mai ad una conclusione ed a risultati positivi: perché, sperimentando
allinfinito infiniti fenomeni, può essere solo inconcludente, cioè non fruibile
nella realtà.
Genetica e cancro non hanno niente a che vedere luno con laltra!
Oppure, come dice Hume: Una dimostrazione o è irresistibile o non ha nessuna
forza. 20
Aggiunge Heidegger: Un fiume di parole su un argomento non fa che oscurare
loggetto da comprendere, dando ad esso la chiarezza apparente
dellartificiosità e della banalizzazione.
La conclusione che dobbiamo trarne è che Il metodo sperimentale, anche se
utilizzato nel migliore dei modi, non porta a nessun risultato, quando serve
unidea vuota, metafisica, non dimostrabile né ora né mai.
È quindi inutile nascondersi o vantarsi di possedere un metodo scientifico di
garanzia. Se questo è acefalo; sta sullo stesso piano, anche se è più forbito,
della ciarlataneria di chi cerca di individuare la cura del cancro col pendolo
o con limposizione delle mani.
Ma, prima di rifiutare la genetica, conviene capire le sue condizioni di
veridicità, in modo da smascherare per sempre la sua fallacia e di conseguenza
limproponibilità di sistemi terapeutici ancorati nel vuoto.
Cosa è quindi la genetica? Cosa propone? Su quali certezze si fonda? Cosa dicono
i sacri testi? Quali certezze offre ai malati!
E bene sottolineare che queste non sono questioni teoriche, ma i presupposti
essenziali cui si fondano le terapie oncologiche ufficiali, che risulterebbero
squalificate una volta dimostrata linconsistenza dei principi e delle deduzioni
della genetica. La dimostrazione dellinfondatezza delle sue posizioni avrebbe
come conseguenza la scomparsa delle terapie oncologiche attuali e con essi i
tanto faraonici quanto inutili programmi di ricerca, capaci di partorire solo
oceani di se e di condizionali pericolosi.
Per capire meglio le dinamiche sottese ad una proposta di terapia antitumorale,
conviene però chiarire i contenuti di un ideale dialogo tra un oncologo e un
paziente.
Paziente: Dottore, perché dovrei operarmi, fare la chemioterapia e la
radioterapia?
Dottore: Perché, vede, cè una cellula che ha incominciato a proliferare e a
riprodursi senza controllo, in quanto alcuni suoi geni hanno assunto delle
caratteristiche tali da non avere più un freno a trasmettere i segnali di
riproduzione, che tende ora allinfinito.
Se noi riusciamo a distruggere la massa di cellule degenerate con la
chemioterapia, la radioterapia, o mediante escissione chirurgica, riusciamo ad
avere risultati altamente positivi.
P: Quindi tutto il problema sta nel distruggere le cellule malate?
D: Certo, e questo oggi è un obiettivo che possiamo tentare di raggiungere in
diversi modi. Vede, oggi la ricerca ha fatto dei passi da gigante: accanto alle
terapie accennate, esiste limmunogenetica con limmunoterapia attiva, la
terapia genica e gli anticorpi monoclonali; lormonoterapia, efficace
specialmente in tumori ormono sensibili come quello della mammella o della
prostata; la terapia anti angiogenica che, impedendo la generazione di nuovi
vasi verso il tumore, tende a farlo regredire come per fame. Non
dimentichiamoci di tutta una serie di sostanze immunostimolanti, capaci di
modificare e potenziare la risposta del sistema immunitario nei confronti di
quelle cellule che sono sfuggite al processo di regolazione della crescita.
P: Indubbiamente cè da stare tranquilli di fronte ad una conoscenza scientifica
così avanzata, che scende così nel profondo e nellintimità dei più delicati
meccanismi cellulari di riproduzione.
D: Certo, pensi ad esempio che con gli anticorpi monoclonali si è in grado di
colpire con estrema precisione un singolo peptide o una singola proteina
anomala, come se si usasse un micro-laser o un micro-bisturi; pensi che
attraverso la terapia genica siamo in grado di trasferire un gene suicida nelle
cellule malate, in modo da esporle più facilmente alla distruzione di un farmaco
antineoplastico ecc. ecc.
P: Nella combinazione delle componenti terapeutiche più adatte al mio caso,
posso quindi sperare di trovare una soluzione vincente; spero solo, dottore, che
lei riesca ad individuare ciò che realmente è più opportuno per la mia malattia.
D: Stia tranquillo, utilizzando tutte le nuove metodiche di indagine e
avvalendomi dellopera del fior fiore degli specialisti del settore, sono sicuro
che sarà trovata la strada migliore per risolvere il suo caso.
P: Fiat voluntas Dei.
Dal dialogo presentato, emergono tre punti significativi:
Tutte le terapie si basano su una presunta degenerazione dei geni,
responsabile a sua volta della riproduzione incontrollata delle cellule.
I metodi degli studi e della ricerca, seguiti peraltro da un imponente
stuolo di scienziati, appaiono effettivamente molto avanzati e sofisticati.
Il paziente può contare sullopera di un folto numero di specialisti, in
grado di avvalersi di strutture e strumenti altrettanto speciali.
Ci si domanda allora: Questo basta? È questa una garanzia per la salute dei
malati di cancro?
La chiara risposta è: Assolutamente no, perché è tutto falso! A niente
valgono le parate di grandiosità se queste si basano non su certezze, ma su
ipotesi da convalidare.
Nessuno mai, infatti, ha dimostrato il nesso tra iperproduzione cellulare e
cancerogenicità, tra mutagenesi e trasformazione maligna, tra effetti
iperproduttivi cellulari determinati in vitro e tumori presenti in pazienti in
carne ed ossa.
Un conto è la realtà del laboratorio, unaltra è la realtà della vita.
È inaccettabile che la medicina ufficiale presenti le inconsistenti posizioni
teoriche oncologiche come dotate di verità e di una struttura logica
accettabile, mentre si sa che sono fallimentari a priori.
Si prenda ad esempio, quanto riportato in Medicina Oncologica (Bonadonna G.
Robustelli G, Ed CEA,. Milano 1999):
A pagina166, spiegando il processo di metastatizzazione, si legge: Da quanto
esposto risulta evidente che, al di là dei fattori meccanici (dimensioni
cellulari e del canale vasale, deformabilità cellulare), la selettività per
specifiche sedi vascolari è legata ai meccanismi di adesione alle pareti vasali,
al tipo di enzimi degradativi prodotti dalla cellula neoplastica e di enzimi
inibenti presenti nel tessuto invaso, ai fattori chemiotattici e aptotattici che
guidano linsediamento della singola cellula nei siti ottimali per la
proliferazione, ai fattori di crescita autocrini e paracrini e la possibilità di
iniziare a mantenere il processo angiogenico.
Ciò che risulta evidente è che ciò che viene qui asserito, era già stato
bocciato altrove.
Nella stessa pagina, riguardo al meccanismo di migrazione e crescita su base
vascolare si riporta: Non sono note le basi molecolari del fenomeno
E ancora: a pagina 160: Il processo di angiogenesi infine avviene quando è già
avvenuta la metastatizzazione.
Ricapitolando, la frase risulta evidente è corredata da risultanze solo
negative, quindi è sostanzialmente falsa, come del resto tutta loncologia, la
cui teoretica prevede in sintesi i seguenti fattori (fenomeni) patogenetici:
A) Alterazioni dei geni e dei cromosomi
B) Alterazioni molecolari
C) Trasformazione cellulare neoplastica mediata dagli ormoni
D) Trasformazione cellulare neoplastica mediata dai fattori di crescita
E) Trasformazione cellulare favorita da uno stato di immunodeficienza
Lipotesi della proliferazione incontrollata (IP) dipenderebbe quindi dal
concorso dei cinque fattori menzionati in precedenza.
Nel primo caso la proliferazione incontrollata sarebbe spiegata dal fenomeno
A, a sua volta spiegato dal fenomeno B e così via fino allultimo fattore.
Nel secondo caso sarebbe spiegata con la contemporanea azione di tutti i
fattori in gioco.
Schematicamente:
1) IP ¬ A ¬ B ¬ C ¬ D ¬ E
2) IP = A + B + C + D + E
Si consideri però quanto viene riportato sul trattato citato in precedenza
riguardo ai fattori menzionati.
Fattore A: pagina 7, 3°capoverso. Il meccanismo attraverso il quale avvengono
alterazioni cromosomiche è tuttora sconosciuto.
Fattore B: pagina 137 ultimo capoverso. Un uso più diretto delle lesioni
molecolari, in senso terapeutico, appare oggi ancora incerto.
Fattore C: pagina 385. le varie metodiche impiegate nel tentativo di
discriminare le forme ormonodipendenti, sia del carcinoma mammario che di altre
neoplasie, non hanno dato che indicazioni approssimative.
Fattore D: pagina 124 fine. Malgrado linteresse biologico di questa classe di
proto-oncogeni, nessun fattore di crescita si è dimostrato fino ad ora
strutturalmente coinvolto in lesioni genetiche dei tumori umani.
Fattore E: pagina 157. la terapia immunologica specifica dei tumori umani, che
è lo scopo ultimo di ogni ricerca di immuno-oncologia, è ora più potenziale che
attuale
Ne risulta che, secondo il modello multifasico (consequenziale), lipotesi di
base IP viene spiegata con il fenomeno ignoto A, che viene spiegato con il
fenomeno B, anchesso ignoto, che viene a sua volta spiegato con il fenomeno
ignoto C, spiegato con il fenomeno ignoto D, spiegato con il fenomeno ignoto E a
questo punto potrebbe essere aggiunto un qualsiasi numero n di fenomeni ignoti.
Nel secondo caso lipotesi IP viene invece spiegata mediante il concorso di
molti fenomeni insieme (A, B, C, D, E, n), anchessi però tutti ignoti.
Da quanto esposto risulta chiaro che, quale che sia il metodo di spiegazione
adottato, dato che tutti i fattori sono ignoti, lipotesi principale
delloncologia ancorata al mirabile meccanismo della multifattorialità capace
di spiegare tutto senza conoscere niente rimane solo un mistero.
Di fronte ad una logica così illogica, viene da pensare se la formulazione
dellipotesi fondamentale delloncologia possegga i requisiti di una
proposizione razionale. Se cioè almeno corrisponda descrittivamente alla verità.
Ma qui si scopre la sorpresa: Un tumore è costituito da popolazioni diverse dal
punto di vista cinetico. Le cellule proliferanti sono spesso una minoranza Nei
tumori solidi, invece, il ritmo esponenziale di crescita si verifica solo nella
fase iniziale della vita del tumore (Bonadonna Robustelli, .pagina72).
Il principio o ipotesi fondamentale su cui poggia tutta loncologia, quindi, è
palesemente falso perché:
È privo di una verità di ragione, perchè non poggia su un principio di non
contraddizione: liperplasia (laumento anormale delle cellule) è e non è
ammessa allo stesso tempo.
È privo di una ragione sufficiente poichè, essendo tutti i fatti o fenomeni
esplicativi ignoti, non esiste nessuna ragione di fatto.
Dice Aristotele: Daltronde, è proprio sapendo che un oggetto è, che noi
cerchiamo perché esso è; risulta invece difficile cogliere un oggetto, quando
non si sa che esso è. 22
Commenta Schopenauer: A che giovano spiegazioni, che da ultimo conducono ad un
termine altrettanto sconosciuto quanto il primo problema? 23
In conclusione, un fatto inesistente viene spiegato con fenomeni ignoti, tanto
più che lipotesi portante di una causalità genetica in senso iperproduttivo
neoplastico si riduce ad una forzatura. Al fatto cioè che i meccanismi preposti
alla normale attività riproduttiva cellulare del corpo per intendersi quella
di tutti i giorni per cause imprecisate assumerebbero in un determinato
momento un atteggiamento svincolato rispetto alla globale economia tessutale.
Quando li si considera in un ottica deviata, gli stessi geni allora che
normalmente svolgono un ruolo positivo nella riproduzione cellulare, vengono
chiamati proto-oncogeni, Quelli che invece inibiscono la riproduzione sono
chiamati geni soppressori o oncogeni recessivi.
Ad esempio il gene da cui dipende normalmente lormone tiroideo, secreto tutti
i giorni, ad un certo momento, senza un perché ed è qui che sta il mistero
che regge tutta la ricerca diventa anomalo, con ripercussione sui cicli di
crescita.
È un po come ipotizzare che la bocca, un organo preposto allassunzione e alla
masticazione del cibo, in un determinato momento della vita fosse utilizzata per
mordere e masticare le proprie mani.
Ma se i processi della malattia sono ignoti, lipotesi di base delloncologia
non ha riscontro fattuale nella realtà, perchè il presupposto dellipotesi è una
forzatura cioè uninvenzione. In pratica se tutti i livelli del sistema sono
falsificati, non si capisce perché si debba continuare a sostenere unidea
totalmente fallimentare.
I misteriosi e complicati fattori genetici, la mostruosa capacità riproduttiva
di unentità patologica capace di scompaginare qualsiasi tessuto, limplicita
ancestrale tendenza dellorganismo umano a deviare in senso autodistruttivo e
altre simili argomentazioni condite con una notevole quantità di se e di
forse di valore esponenziale non possono ormai accontentare più nessuno.
Sono solo delle farneticazioni.
Perché gli scienziati continuano a propugnare unidea così infondata? Che cosè
che spinge uno studioso a continuare a professare una teoria così strampalata?
Lunico motivo veramente logico può essere solo la forza dellabitudine,
Scrive Kant: Laddove dovrebbe a dirittura ammutire, e confessare la propria
ignoranza ritiene come noto ciò che gli è, per un uso frequente, familiare si
immagina di vedere e sapere ciò che le sue apprensioni e le sue speranze lo
spingono ad ammettere e a credere. 24
Questo comportamento è simile alla storiella dellubriaco che cerca qualcosa
sotto un lampione.
Un passante gli chiede: Ha qualche problema?
Lubriaco: Ho perso la chiave..
Dove lha persa?
Dallaltro lato della strada
Ma che cosa ci fa qui allora? Chiede stupito il passante
Beh almeno qui cè luce.
È così che funziona la scienza: si guarda dove cè luce perché è lunica cosa
che possiamo fare. 25
In questo modo Lerrore può dominare per secoli, imporre a popoli interi il
suo giogo di ferro (A. Schopenauer cit. pag. 59).
Dal libro del Dr. Tullio Simoncini Il cancro è un fungo.
cui costruire un percorso che porti alla risoluzione di una determinata entità
morbosa, cioè ad unidonea terapia.
Una volta Individuata la causa della malattia, latteggiamento terapeutico, cioè
pratico, dovrebbe discendere da questa.
Ahimè, nelloncologia odierna questo non accade, in quanto nessuno, né in campo
ufficiale né nelle cosiddette medicine alternative, si dà pena di concepire un
soggetto logico specifico che sia allorigine delle malattie neoplastiche.
Nonostante questa carenza fondamentale nella valutazione di una teoria o di un
sistema terapeutico riguardante i tumori, oncologi e ricercatori mettono al
primo posto il concetto di scientificamente provato, lunico e imprescindibile
lasciapassare che consenta di accettare o scartare qualsiasi proposta di studio
o di terapia.
Schematicamente il concetto si fonda su alcuni semplici principi, di derivazione
galileiana o più recentemente popperiana, che devono essere osservati da chi
voglia progredire nel cammino della scienza; essi sono:
La formulazione di unipotesi susseguente allosservazione di un fenomeno o di
più fenomeni combinati
La riproduzione e lo studio del fenomeno in modo che possa essere analizzato
La formulazione di una legge o di un giudizio che descriva il fenomeno e che
consenta di dare predizioni e di indirizzare lazione dello scienziato
La condivisibilità dei risultati ottenuti con tutti gli altri ricercatori; il
fatto cioè che anche altri possano usufruire di ciò che è stato scoperto o
acquisito per ulteriori studi, verifiche e applicazioni
Chi potrebbe dissentire da tutto questo? Chi potrebbe rifiutare una tale
garanzia per il mondo scientifico e per la società?
Nessuno si sognerebbe mai di deviare da una simile impostazione!
Uno scienziato che tralasciasse di seguire un simile metodo di studio, non solo
non andrebbe lontano nella ricerca, ma sicuramente sarebbe destinato unicamente
al soliloquio.
In realtà loncologia attuale fa acqua da tutte le parti, e a nulla vale
aggrapparsi alla scrupolosità del metodo scientifico, quando i risultati
fruibili continuano ad essere latitanti da decenni.
Qual è la causa di un simile fallimento? Quali sono i problemi e i
fraintendimenti di un simile stato di cose?
Senza dubbio la mancanza di linee direttive e di sistemi di pensiero innovativi!
Al principio una teoria possiede unattività rivoluzionaria dirompente, e quindi
di arricchimento dellapparato concettuale precostituito. Questo almeno nelle
prime fasi, quando cioè è in grado di fornire (almeno in potenza) delle
interpretazioni sufficientemente esplicative della realtà da studiare, e
comunque in una misura maggiore delle teorie precedenti.
Se però una teoria non a fornire in un tempo ragionevole, tutte e o quasi le
spiegazioni dei fenomeni studiati, scivola inevitabilmente in un piano di
chiusura e di aridità tale, da consentire solo studi ed esperimenti infruttuosi
e ripetitivi. Diventa una teoria morta, benché gli studi e sperimentazioni
continuino ad essere effettuati.
Quello che avviene è una sconnessione, tra lidea iniziale e i concetti di
ordine inferiore e i relativi esperimenti; in una dinamica in cui lidea
portante si allontana sempre più verso una dimensione metafisica, dove viene
riposta come fatto ormai acquisito, al riparo di ogni critica e verifica.
A questo punto le ipotesi sussidiarie, unitamente alla congerie di esperimenti
infruttuosi, tendono ad amplificarsi inutilmente fino allinfinito.
Si prenda come esempio lipotesi metafisica Il dio Visnù esiste, perché
guarisce le sue creature con gli elementi delluniverso, con il sole, con
lacqua e con la terra, e si cerchi in qualche modo di dimostrare
scientificamente che ciò corrisponda a verità.
Cosa farebbero gli scienziati per avallare questa ipotesi? Indubbiamente
predisporrebbero due filoni di ricerca, uno epidemiologico e uno più
specificatamente dordine chimico e fisico, di dimensioni più o meno grandi, in
dipendenza delle sovvenzioni più o meno planetarie acquisite.
Sicuramente negli stati più ricchi, come ad esempio gli Stati Uniti, si
incomincerebbe a calcolare lintensità della luce o il suo indice di rifrazione
in rapporto alle varie zone del territorio, in rapporto inoltre alla media
misurata dellaltezza e del peso di un certo numero di individui presi a
campione nelle diverse città; si estenderebbero poi gli studi epidemiologici, in
diverse zone dello stato, alla composizione dellacqua e della terra in rapporto
alla circonferenza delladdome o degli arti degli individui e via dicendo.
In laboratorio si studierebbero invece le variazioni molecolari di ciascun
processo metabolico in rapporto alla magrezza o allobesità degli individui
studiati, come pure le differenze genetiche dei vari recettori favorenti un
metabolismo alterato e via dicendo.
Lunica garanzia richiesta in questa pianificazione sperimentale è quella di
osservare il massimo rigore metodologico, con particolare riguardo
allaccuratezza delle misurazioni, alladozione di criteri valutativi accettati
(margine di errore, intervallo di confidenza, livello di evidenza, scrupolosità
nelle interviste, analogie con pubblicazioni su riviste scientifiche accreditate
eccetera), alla prerogativa di ripetitività degli esperimenti e quindi alla
condivisibilità dei risultati raggiunti con il mondo accademico del pianeta.
Benché lesempio del dio Visnù sia palesemente assurdo, la procedura descritta
si potrebbe applicare al tentativo di dimostrazione della teoria genetica.
La dimostrazione è impossibile quanto sia dimostrare lesistenza di Visnù
misurando e studiando il mondo in lungo e in largo.
Entrambi restano oggetto di fede.
Questo affermazione risulta chiara da alcune semplici considerazioni: le
asserzioni di base su cui ruota il sistema di pensiero della la ricerca e della
teoretica oncologica sono due.
La prima ipotizza che laccrescimento incontrollato dipende da unalterazione
dei meccanismi di crescita causata da una degenerazione e quindi da un
malfunzionamento dei geni. Laltra di ordine descrittivo, afferma che il tumore
è una massa di cellule che tende ad accrescersi sempre di più
Dato che la seconda è la descrizione di un fatto, e la prima unipotesi che
intende dimostrarlo, è necessario un ulteriore passo interpretativo. Viene
confezionata unaltra ipotesi che entri più in dettaglio: lalterazione della
crescita cellulare: è dovuta ad un fenomeno desagerata moltiplicazione
cellulare.
Questipotesi a sua volta necessita dulteriori elementi di spiegazione: quali
sono le cause che determinano questa moltiplicazione incontrollata?
Lulteriore ipotesi esplicativa è che venga determinata da un malfunzionamento
di alcune sezioni del DNA, dei geni. In particolare quelli preposti alla
produzione di quelle molecole necessarie alla moltiplicazione cellulare.
Il malfunzionamento quindi viene attribuito (altra ipotesi) ad un danno
molecolare o piuttosto ad uninfinita e al momento sconosciuta serie di danni
molecolari:
Perché avvengono questi danni però, quali sono i fattori che li determinano?
Ulteriori ipotesi esplicative individuano una serie di possibili emittenti di
alterazioni molecolari in funzione iperplastica, quali: fattori di crescita,
ormoni, sostanze tossiche, radiazioni, virus, carenze alimentari, fattori
ereditari, disfunzioni immunitarie, eccessivi carichi di stress neuropsichico ed
altro.
Delle 14 asserzioni ipotetiche citate, è chiaro che le prime 4 sono più
squisitamente teoriche, mentre le altre possono, rientrando in un ambito più
specifico, essere oggetto di sperimentazione.
La qual cosa appare subito unimpresa sovrumana, dal momento che gli elementi da
studiare sono infiniti; basta pensare a tutti gli enzimi e le proteine che
viaggiano dentro una cellula, o alla miriade di sostanze con azione tossica su
di essa.
Inoltre,ad unanalisi più approfondita della prima asserzione base, che il
tumore sia dovuto ad unalterazione dei meccanismi di crescita, si evidenzia che
essa è composta di diversi concetti.
Quello implicito, tacitamente dato per scontato, che la massa di cellule
tenda intrinsecamente ad accrescersi sempre di più.
Lipotesi che ciò avvenga per un malfunzionamento dei geni
Lipotesi che ciò sia causato da una loro degenerazione su base molecolare..
Lipotesi che il malfunzionamento determini una moltiplicazione cellulare
incontrollata.
Non è quindi da dimostrare solo lasserzione base, ma anche le sue proposizioni
costituenti. Conseguentemente, gli esperimenti possono essere condotti per
ciascuna proposizione costituente, con il risultato di rimanere ciascuno
confinato e non comunicante con gli altri, anche per linfinità degli elementi
che possono entrare in gioco.
Ad esempio, una linea di esperimenti può interessare le caratteristiche
dellaccrescimento cellulare, come lentità misurabile, il grado o la qualità
dei sottotipi in riproduzione, la relazione differenziale rispetto ai differenti
tipi di cancro e così via.
Una seconda impostazione di ricerca potrebbe riguardare quali geni sono mal
funzionanti in rapporto alle varie neoplasie, in modo da essere classificati
come oncogeni. Oppure la sinergia di vari raggruppamenti genici da studiare in
un periodo di tempo molto lungo, anni o decenni, compreso il processo di
immortalizzazione in vitro in rapporto alla cancerogenesi.
Un imprescindibile piano dindagine imprescindibile sarebbe anche quello
dedicato allo studio degli innumerevoli fattori tossici in grado di determinare
alterazioni molecolari.
Da quanto esposto si capisce chiaramente perché la teoria genetica del cancro
non arrivi mai ad una conclusione ed a risultati positivi: perché, sperimentando
allinfinito infiniti fenomeni, può essere solo inconcludente, cioè non fruibile
nella realtà.
Genetica e cancro non hanno niente a che vedere luno con laltra!
Oppure, come dice Hume: Una dimostrazione o è irresistibile o non ha nessuna
forza. 20
Aggiunge Heidegger: Un fiume di parole su un argomento non fa che oscurare
loggetto da comprendere, dando ad esso la chiarezza apparente
dellartificiosità e della banalizzazione.
La conclusione che dobbiamo trarne è che Il metodo sperimentale, anche se
utilizzato nel migliore dei modi, non porta a nessun risultato, quando serve
unidea vuota, metafisica, non dimostrabile né ora né mai.
È quindi inutile nascondersi o vantarsi di possedere un metodo scientifico di
garanzia. Se questo è acefalo; sta sullo stesso piano, anche se è più forbito,
della ciarlataneria di chi cerca di individuare la cura del cancro col pendolo
o con limposizione delle mani.
Ma, prima di rifiutare la genetica, conviene capire le sue condizioni di
veridicità, in modo da smascherare per sempre la sua fallacia e di conseguenza
limproponibilità di sistemi terapeutici ancorati nel vuoto.
Cosa è quindi la genetica? Cosa propone? Su quali certezze si fonda? Cosa dicono
i sacri testi? Quali certezze offre ai malati!
E bene sottolineare che queste non sono questioni teoriche, ma i presupposti
essenziali cui si fondano le terapie oncologiche ufficiali, che risulterebbero
squalificate una volta dimostrata linconsistenza dei principi e delle deduzioni
della genetica. La dimostrazione dellinfondatezza delle sue posizioni avrebbe
come conseguenza la scomparsa delle terapie oncologiche attuali e con essi i
tanto faraonici quanto inutili programmi di ricerca, capaci di partorire solo
oceani di se e di condizionali pericolosi.
Per capire meglio le dinamiche sottese ad una proposta di terapia antitumorale,
conviene però chiarire i contenuti di un ideale dialogo tra un oncologo e un
paziente.
Paziente: Dottore, perché dovrei operarmi, fare la chemioterapia e la
radioterapia?
Dottore: Perché, vede, cè una cellula che ha incominciato a proliferare e a
riprodursi senza controllo, in quanto alcuni suoi geni hanno assunto delle
caratteristiche tali da non avere più un freno a trasmettere i segnali di
riproduzione, che tende ora allinfinito.
Se noi riusciamo a distruggere la massa di cellule degenerate con la
chemioterapia, la radioterapia, o mediante escissione chirurgica, riusciamo ad
avere risultati altamente positivi.
P: Quindi tutto il problema sta nel distruggere le cellule malate?
D: Certo, e questo oggi è un obiettivo che possiamo tentare di raggiungere in
diversi modi. Vede, oggi la ricerca ha fatto dei passi da gigante: accanto alle
terapie accennate, esiste limmunogenetica con limmunoterapia attiva, la
terapia genica e gli anticorpi monoclonali; lormonoterapia, efficace
specialmente in tumori ormono sensibili come quello della mammella o della
prostata; la terapia anti angiogenica che, impedendo la generazione di nuovi
vasi verso il tumore, tende a farlo regredire come per fame. Non
dimentichiamoci di tutta una serie di sostanze immunostimolanti, capaci di
modificare e potenziare la risposta del sistema immunitario nei confronti di
quelle cellule che sono sfuggite al processo di regolazione della crescita.
P: Indubbiamente cè da stare tranquilli di fronte ad una conoscenza scientifica
così avanzata, che scende così nel profondo e nellintimità dei più delicati
meccanismi cellulari di riproduzione.
D: Certo, pensi ad esempio che con gli anticorpi monoclonali si è in grado di
colpire con estrema precisione un singolo peptide o una singola proteina
anomala, come se si usasse un micro-laser o un micro-bisturi; pensi che
attraverso la terapia genica siamo in grado di trasferire un gene suicida nelle
cellule malate, in modo da esporle più facilmente alla distruzione di un farmaco
antineoplastico ecc. ecc.
P: Nella combinazione delle componenti terapeutiche più adatte al mio caso,
posso quindi sperare di trovare una soluzione vincente; spero solo, dottore, che
lei riesca ad individuare ciò che realmente è più opportuno per la mia malattia.
D: Stia tranquillo, utilizzando tutte le nuove metodiche di indagine e
avvalendomi dellopera del fior fiore degli specialisti del settore, sono sicuro
che sarà trovata la strada migliore per risolvere il suo caso.
P: Fiat voluntas Dei.
Dal dialogo presentato, emergono tre punti significativi:
Tutte le terapie si basano su una presunta degenerazione dei geni,
responsabile a sua volta della riproduzione incontrollata delle cellule.
I metodi degli studi e della ricerca, seguiti peraltro da un imponente
stuolo di scienziati, appaiono effettivamente molto avanzati e sofisticati.
Il paziente può contare sullopera di un folto numero di specialisti, in
grado di avvalersi di strutture e strumenti altrettanto speciali.
Ci si domanda allora: Questo basta? È questa una garanzia per la salute dei
malati di cancro?
La chiara risposta è: Assolutamente no, perché è tutto falso! A niente
valgono le parate di grandiosità se queste si basano non su certezze, ma su
ipotesi da convalidare.
Nessuno mai, infatti, ha dimostrato il nesso tra iperproduzione cellulare e
cancerogenicità, tra mutagenesi e trasformazione maligna, tra effetti
iperproduttivi cellulari determinati in vitro e tumori presenti in pazienti in
carne ed ossa.
Un conto è la realtà del laboratorio, unaltra è la realtà della vita.
È inaccettabile che la medicina ufficiale presenti le inconsistenti posizioni
teoriche oncologiche come dotate di verità e di una struttura logica
accettabile, mentre si sa che sono fallimentari a priori.
Si prenda ad esempio, quanto riportato in Medicina Oncologica (Bonadonna G.
Robustelli G, Ed CEA,. Milano 1999):
A pagina166, spiegando il processo di metastatizzazione, si legge: Da quanto
esposto risulta evidente che, al di là dei fattori meccanici (dimensioni
cellulari e del canale vasale, deformabilità cellulare), la selettività per
specifiche sedi vascolari è legata ai meccanismi di adesione alle pareti vasali,
al tipo di enzimi degradativi prodotti dalla cellula neoplastica e di enzimi
inibenti presenti nel tessuto invaso, ai fattori chemiotattici e aptotattici che
guidano linsediamento della singola cellula nei siti ottimali per la
proliferazione, ai fattori di crescita autocrini e paracrini e la possibilità di
iniziare a mantenere il processo angiogenico.
Ciò che risulta evidente è che ciò che viene qui asserito, era già stato
bocciato altrove.
Nella stessa pagina, riguardo al meccanismo di migrazione e crescita su base
vascolare si riporta: Non sono note le basi molecolari del fenomeno
E ancora: a pagina 160: Il processo di angiogenesi infine avviene quando è già
avvenuta la metastatizzazione.
Ricapitolando, la frase risulta evidente è corredata da risultanze solo
negative, quindi è sostanzialmente falsa, come del resto tutta loncologia, la
cui teoretica prevede in sintesi i seguenti fattori (fenomeni) patogenetici:
A) Alterazioni dei geni e dei cromosomi
B) Alterazioni molecolari
C) Trasformazione cellulare neoplastica mediata dagli ormoni
D) Trasformazione cellulare neoplastica mediata dai fattori di crescita
E) Trasformazione cellulare favorita da uno stato di immunodeficienza
Lipotesi della proliferazione incontrollata (IP) dipenderebbe quindi dal
concorso dei cinque fattori menzionati in precedenza.
Nel primo caso la proliferazione incontrollata sarebbe spiegata dal fenomeno
A, a sua volta spiegato dal fenomeno B e così via fino allultimo fattore.
Nel secondo caso sarebbe spiegata con la contemporanea azione di tutti i
fattori in gioco.
Schematicamente:
1) IP ¬ A ¬ B ¬ C ¬ D ¬ E
2) IP = A + B + C + D + E
Si consideri però quanto viene riportato sul trattato citato in precedenza
riguardo ai fattori menzionati.
Fattore A: pagina 7, 3°capoverso. Il meccanismo attraverso il quale avvengono
alterazioni cromosomiche è tuttora sconosciuto.
Fattore B: pagina 137 ultimo capoverso. Un uso più diretto delle lesioni
molecolari, in senso terapeutico, appare oggi ancora incerto.
Fattore C: pagina 385. le varie metodiche impiegate nel tentativo di
discriminare le forme ormonodipendenti, sia del carcinoma mammario che di altre
neoplasie, non hanno dato che indicazioni approssimative.
Fattore D: pagina 124 fine. Malgrado linteresse biologico di questa classe di
proto-oncogeni, nessun fattore di crescita si è dimostrato fino ad ora
strutturalmente coinvolto in lesioni genetiche dei tumori umani.
Fattore E: pagina 157. la terapia immunologica specifica dei tumori umani, che
è lo scopo ultimo di ogni ricerca di immuno-oncologia, è ora più potenziale che
attuale
Ne risulta che, secondo il modello multifasico (consequenziale), lipotesi di
base IP viene spiegata con il fenomeno ignoto A, che viene spiegato con il
fenomeno B, anchesso ignoto, che viene a sua volta spiegato con il fenomeno
ignoto C, spiegato con il fenomeno ignoto D, spiegato con il fenomeno ignoto E a
questo punto potrebbe essere aggiunto un qualsiasi numero n di fenomeni ignoti.
Nel secondo caso lipotesi IP viene invece spiegata mediante il concorso di
molti fenomeni insieme (A, B, C, D, E, n), anchessi però tutti ignoti.
Da quanto esposto risulta chiaro che, quale che sia il metodo di spiegazione
adottato, dato che tutti i fattori sono ignoti, lipotesi principale
delloncologia ancorata al mirabile meccanismo della multifattorialità capace
di spiegare tutto senza conoscere niente rimane solo un mistero.
Di fronte ad una logica così illogica, viene da pensare se la formulazione
dellipotesi fondamentale delloncologia possegga i requisiti di una
proposizione razionale. Se cioè almeno corrisponda descrittivamente alla verità.
Ma qui si scopre la sorpresa: Un tumore è costituito da popolazioni diverse dal
punto di vista cinetico. Le cellule proliferanti sono spesso una minoranza Nei
tumori solidi, invece, il ritmo esponenziale di crescita si verifica solo nella
fase iniziale della vita del tumore (Bonadonna Robustelli, .pagina72).
Il principio o ipotesi fondamentale su cui poggia tutta loncologia, quindi, è
palesemente falso perché:
È privo di una verità di ragione, perchè non poggia su un principio di non
contraddizione: liperplasia (laumento anormale delle cellule) è e non è
ammessa allo stesso tempo.
È privo di una ragione sufficiente poichè, essendo tutti i fatti o fenomeni
esplicativi ignoti, non esiste nessuna ragione di fatto.
Dice Aristotele: Daltronde, è proprio sapendo che un oggetto è, che noi
cerchiamo perché esso è; risulta invece difficile cogliere un oggetto, quando
non si sa che esso è. 22
Commenta Schopenauer: A che giovano spiegazioni, che da ultimo conducono ad un
termine altrettanto sconosciuto quanto il primo problema? 23
In conclusione, un fatto inesistente viene spiegato con fenomeni ignoti, tanto
più che lipotesi portante di una causalità genetica in senso iperproduttivo
neoplastico si riduce ad una forzatura. Al fatto cioè che i meccanismi preposti
alla normale attività riproduttiva cellulare del corpo per intendersi quella
di tutti i giorni per cause imprecisate assumerebbero in un determinato
momento un atteggiamento svincolato rispetto alla globale economia tessutale.
Quando li si considera in un ottica deviata, gli stessi geni allora che
normalmente svolgono un ruolo positivo nella riproduzione cellulare, vengono
chiamati proto-oncogeni, Quelli che invece inibiscono la riproduzione sono
chiamati geni soppressori o oncogeni recessivi.
Ad esempio il gene da cui dipende normalmente lormone tiroideo, secreto tutti
i giorni, ad un certo momento, senza un perché ed è qui che sta il mistero
che regge tutta la ricerca diventa anomalo, con ripercussione sui cicli di
crescita.
È un po come ipotizzare che la bocca, un organo preposto allassunzione e alla
masticazione del cibo, in un determinato momento della vita fosse utilizzata per
mordere e masticare le proprie mani.
Ma se i processi della malattia sono ignoti, lipotesi di base delloncologia
non ha riscontro fattuale nella realtà, perchè il presupposto dellipotesi è una
forzatura cioè uninvenzione. In pratica se tutti i livelli del sistema sono
falsificati, non si capisce perché si debba continuare a sostenere unidea
totalmente fallimentare.
I misteriosi e complicati fattori genetici, la mostruosa capacità riproduttiva
di unentità patologica capace di scompaginare qualsiasi tessuto, limplicita
ancestrale tendenza dellorganismo umano a deviare in senso autodistruttivo e
altre simili argomentazioni condite con una notevole quantità di se e di
forse di valore esponenziale non possono ormai accontentare più nessuno.
Sono solo delle farneticazioni.
Perché gli scienziati continuano a propugnare unidea così infondata? Che cosè
che spinge uno studioso a continuare a professare una teoria così strampalata?
Lunico motivo veramente logico può essere solo la forza dellabitudine,
Scrive Kant: Laddove dovrebbe a dirittura ammutire, e confessare la propria
ignoranza ritiene come noto ciò che gli è, per un uso frequente, familiare si
immagina di vedere e sapere ciò che le sue apprensioni e le sue speranze lo
spingono ad ammettere e a credere. 24
Questo comportamento è simile alla storiella dellubriaco che cerca qualcosa
sotto un lampione.
Un passante gli chiede: Ha qualche problema?
Lubriaco: Ho perso la chiave..
Dove lha persa?
Dallaltro lato della strada
Ma che cosa ci fa qui allora? Chiede stupito il passante
Beh almeno qui cè luce.
È così che funziona la scienza: si guarda dove cè luce perché è lunica cosa
che possiamo fare. 25
In questo modo Lerrore può dominare per secoli, imporre a popoli interi il
suo giogo di ferro (A. Schopenauer cit. pag. 59).
Dal libro del Dr. Tullio Simoncini Il cancro è un fungo.
--
LoStaff di Simoncini
http://www.drsimoncinicommunity.com/it/
lostaff-***@doctor.com
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